Versalis chiude la chimica di base: riconversione degli impianti da Brindisi a Siracusa

Il 25 marzo 2025, l’azienda Versalis ha annunciato un’importante ristrutturazione dei suoi poli chimici, che coinvolgerà la chiusura della produzione di chimica di base negli stabilimenti di Brindisi e Siracusa. La decisione ha suscitato forti critiche da parte della Cgil e di alcune Regioni interessate, mentre gli altri sindacati hanno firmato l’accordo per la riconversione. L’economista Patrizio Bianchi ha espresso preoccupazione per il futuro della ricerca e dello sviluppo nel settore, sottolineando che tali misure potrebbero ostacolare l’innovazione.

Le motivazioni dietro la riconversione

La scelta di Versalis di abbandonare la produzione di chimica di base è stata giustificata con la necessità di adeguarsi a un mercato in continua evoluzione e di investire in tecnologie più sostenibili. L’azienda ha dichiarato che la riconversione dei poli di Brindisi e Siracusa permetterà di focalizzarsi su prodotti chimici di alta qualità e a basso impatto ambientale. Tuttavia, questa transizione ha sollevato un acceso dibattito tra le parti sociali e le istituzioni locali, che temono un aumento della disoccupazione e una perdita di competenze nel settore chimico.

Le reazioni delle parti coinvolte

La decisione di Versalis ha incontrato l’opposizione della Cgil, che ha criticato l’azienda per non aver consultato adeguatamente i lavoratori e per non aver preso in considerazione le conseguenze sociali della chiusura degli stabilimenti. Le Regioni coinvolte, in particolare la Puglia e la Sicilia, hanno espresso preoccupazione per la perdita di posti di lavoro e per l’impatto economico che la chiusura potrebbe avere sulle comunità locali. Al contrario, gli altri sindacati hanno firmato l’accordo, ritenendo che la riconversione possa rappresentare un’opportunità per il settore, se gestita correttamente.

Il futuro della chimica in Italia

L’industria chimica italiana, storicamente un settore strategico per l’economia nazionale, si trova ora di fronte a sfide significative. La transizione verso una chimica più sostenibile è una necessità imposta dalle normative europee e dalle crescenti aspettative dei consumatori. Tuttavia, esperti come Patrizio Bianchi avvertono che senza un adeguato supporto alla ricerca e allo sviluppo, l’Italia rischia di perdere competitività a livello internazionale. La riconversione dei poli chimici potrebbe quindi rappresentare un passo verso un futuro più verde, ma è fondamentale che venga accompagnata da politiche attive di sostegno ai lavoratori e di investimento in innovazione.

La situazione attuale evidenzia l’importanza di un dialogo costante tra aziende, sindacati e istituzioni, al fine di garantire una transizione equa e sostenibile per tutti gli attori coinvolti.

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Cristel Lumbroso