
L’invasione russa della Crimea nel 2014 e il conflitto in Ucraina, iniziato nel 2022, hanno spinto i Paesi dell’Unione Europea a riconsiderare la propria strategia di **difesa**. Nel 2025, è evidente che le nazioni europee stanno cercando di migliorare le proprie capacità di **difesa** attraverso l’acquisto congiunto di **armamenti**. Questa strategia non solo mira a ottimizzare le **spese**, ma anche a garantire una maggiore **interoperabilità** tra le **forze armate** dei vari Stati membri.
La situazione attuale degli acquisti congiunti di armamenti
L’Agenzia Europea per la **Difesa** (EDA), istituita nel 2004, ha il compito di monitorare e fornire dati riguardanti gli **acquisti congiunti di armamenti** tra i Paesi dell’Unione. Secondo i dati più recenti del 2021, la **spesa** per **acquisti congiunti** ha raggiunto il livello più alto dal 2005, ma rimane insoddisfacente. Infatti, solo il 18% della **spesa totale** per **armamenti** è stata destinata a **progetti congiunti**, ben lontano dal target del 35% stabilito nel 2007. Questo dato è particolarmente preoccupante, considerando che la **Commissione Europea** ha recentemente suggerito di aumentare questa percentuale al 40% entro il 2030.
Nonostante i vantaggi economici e strategici degli **acquisti congiunti**, come il rafforzamento della **posizione contrattuale** e una maggiore facilità di **addestramento** e **operabilità**, i Paesi dell’UE continuano a procedere in modo frammentato. Le **forze armate nazionali** tendono a preferire l’acquisto di **armamenti** da produttori locali, contribuendo così alla mancanza di **coordinamento** e **cooperazione**.
Collaborazioni tra Stati membri
Le informazioni sugli **acquisti congiunti di armamenti** rivelano che una buona parte di questi coinvolge solo due o tre Paesi. Nel 1996, **Francia**, **Germania**, **Italia** e **Regno Unito** hanno fondato l’OCCAR (Organisation for Joint Armament Cooperation), che attualmente gestisce 16 **progetti significativi**, tra cui il **MALE RPAS**, noto anche come **Eurodrone**. Questo progetto, avviato nel 2021, prevede la costruzione di sessanta **droni** ed è gestito da **Airbus**, con la partecipazione di **Leonardo** e **Dassault Aviation**.
Altre forme di **cooperazione** includono l’acquisto congiunto dell’**Airbus 330 Multi Role Tanker Transport** da parte di **Olanda** e **Lussemburgo**, insieme ad altri Paesi, e il progetto **SCAF**, avviato da **Francia**, **Germania** e **Spagna** per sviluppare un **caccia** di sesta generazione. Inoltre, nel 2022, **Giappone**, **Regno Unito** e **Italia** hanno annunciato un’iniziativa per un **aereo da combattimento comune**, mentre **Belgio** e **Olanda** hanno commissionato la costruzione di **cacciamine** a un consorzio francese.
Un’importante iniziativa è stata coordinata dall’**Unione Europea** nel 2023, quando 27 Stati membri e la **Norvegia** hanno firmato un accordo per l’approvvigionamento di **munizioni** da 155 mm, finanziato attraverso l’**European Peace Facility**.
Le sfide della frammentazione degli armamenti
La **frammentazione** degli acquisti di **armamenti** ha portato a una diversificazione eccessiva nelle capacità militari degli Stati membri dell’UE. Nel 2017, si contavano 178 tipi di **sistemi d’arma** in uso nell’Unione, rispetto ai soli 30 degli **Stati Uniti**. Nel 2024, il rapporto “The Military Balance 2025” ha evidenziato che 13 diversi tipi di **carri armati** erano operativi in **Europa**, con una predominanza del modello tedesco **Leopard**.
La situazione è simile per i **velivoli da combattimento**, dove l’Unione Europea utilizza 14 modelli diversi, con una significativa presenza di **caccia** di produzione americana. Questa varietà non solo complica la **logistica** e la **manutenzione**, ma rende anche difficile la **cooperazione operativa** tra le **forze armate europee**.
Iniziative recenti per l’acquisto congiunto
Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha lanciato **iniziative** per promuovere la **cooperazione** tra gli Stati membri nell’approvvigionamento militare. Nel 2023 è stato avviato il programma **EDIRPA**, destinato a incentivare la **cooperazione** attraverso un finanziamento di 300 milioni di euro per **progetti di armamenti**. Questi **progetti** coinvolgono un totale di 20 Paesi dell’UE e mirano a rafforzare le **capacità di difesa collettiva**.
Inoltre, la **Commissione Europea** ha proposto il programma **EDIP**, che prevede l’assegnazione di 1,5 miliardi di euro per il periodo 2025-2027 per lo sviluppo di **armamenti congiunti**. Queste **iniziative**, sebbene limitate, rappresentano un passo importante verso una maggiore **cooperazione** nell’ambito della **difesa europea**, segnalando una crescente volontà di affrontare le **sfide di sicurezza** in modo collettivo.