Il governo italiano ha deciso di esercitare il proprio diritto di veto per fermare le delibere del consiglio di amministrazione di STMicroelectronics (StM) e le relative nomine. Questa scelta, che si basa sulle prerogative stabilite dai patti parasociali che regolano la governance della società leader nel settore dei semiconduttori, si è rivelata necessaria a seguito di una serie di eventi sfavorevoli. Infatti, il valore delle azioni di StM è crollato, dimezzandosi nel corso dell’ultimo anno, mentre la società ha emesso avvisi di profit warning e ha avviato un piano di licenziamenti senza prospettive di crescita.
Negli Stati Uniti è stata avviata una class action contro il management di StM, accusato di non aver fornito una rappresentazione chiara delle prospettive aziendali. In particolare, l’amministratore delegato Jean Marc Chery e il direttore finanziario Lorenzo Grandi hanno venduto azioni per un valore di circa 8 milioni di euro poco prima dell’annuncio del profit warning. Questa situazione ha suscitato preoccupazioni tra gli azionisti, i quali da un anno e mezzo cercavano di prevenire una crisi imminente. Già alla fine del 2023, era evidente che l’azienda stava affrontando gravi difficoltà e, in particolare, gli azionisti italiani avevano sollevato dubbi sulla capacità di Chery di guidare la società. Nonostante ciò, Chery ha dichiarato di non essere a conoscenza delle richieste italiane di rimozione, affermando di essere stato riconfermato nel 2024 con il supporto degli azionisti.
I retroscena di questa vicenda sono ben diversi da quanto sostenuto dal management. L’epilogo delle ultime ore evidenzia l’assenza di alternative per ristabilire un dialogo tra i due azionisti. Marcello Sala, direttore generale del Ministero dell’Economia, ha sottolineato che non esiste una battaglia tra Italia e Francia, in quanto entrambi i paesi desiderano che StM continui a investire e a preservare i posti di lavoro. Tuttavia, il piano di Chery sembra andare in direzione opposta. Dalla fine del 2023, l’azionista italiano aveva proposto un accordo ai partner francesi di Bpi France per un cambio al vertice, poiché il mandato di Chery sarebbe scaduto nella primavera del 2024. Tuttavia, i francesi si sono opposti a un cambio radicale, portando a un accordo per un approccio più graduale. Questo scambio di comunicazioni ha incluso Chery, il quale ha continuato a essere confermato, ma con l’intenzione di ampliare il consiglio di amministrazione con nuove figure per supportarlo e monitorarlo.
La situazione è rapidamente degenerata, culminando nell’estate con la vendita delle azioni di StM da parte del management, avvenuta poco prima del profit warning. Le previsioni sui ricavi, inizialmente fissati a quasi 17 miliardi di dollari, sono state riviste al ribasso. Gli analisti hanno riportato che i ricavi attesi si attestano ora tra i 13,2 e i 13,7 miliardi di dollari, traducendosi in una perdita di quasi un miliardo di dollari di utile operativo rispetto ai 3,8 miliardi di dollari realizzati nel 2023. La situazione, quindi, rimane critica e richiede un intervento deciso per evitare ulteriori deterioramenti.