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Si ricercano lavoratori (www.pafleg.it)
Nel 2025, l’Italia si trova ad affrontare una delle sfide più significative del mercato del lavoro: reperire 258.000 lavoratori.
Questo fenomeno non rappresenta solo un problema per le singole aziende, ma si configura come una vera e propria emergenza economica che minaccia di compromettere la crescita di settori vitali come il commercio, la ristorazione e l’alloggio.
Secondo Confcommercio, questa situazione potrebbe avere ripercussioni sul prodotto interno lordo dell’intero sistema economico italiano, già provato da diverse incertezze e fragilità a livello globale.
Le figure più ricercate
Nel settore del commercio, le figure professionali più difficili da reperire includono:
- Commercianti professionali, in particolare quelli specializzati nel settore moda e abbigliamento.
- Professionisti del settore alimentare come macellai, gastronomi e addetti al pesce.
- Camerieri di sala, barman, cuochi e pizzaioli nel comparto della ristorazione.
- Cuochi, camerieri e addetti alla pulizia nelle strutture ricettive.
Questi lavoratori non sono solo venditori o operatori, ma devono possedere competenze specifiche per interagire con i clienti e garantire la qualità del servizio.
Le ragioni alla base di questa crescente difficoltà nel reperire lavoratori sono molteplici e complesse. Uno dei fattori principali è il calo demografico, in particolare nelle fasce più giovani della popolazione. Tra il 1982 e il 2024, sono andati persi circa 4,8 milioni di giovani nella fascia di età compresa tra i 15 e i 39 anni. Questo impoverimento del potenziale bacino di lavoratori rende sempre più difficile per le aziende trovare candidati adeguati.
In aggiunta, vi è una progressiva rarefazione di lavoratori con profili professionali adeguati. I cambiamenti nelle preferenze occupazionali e la scarsa disponibilità alla mobilità territoriale contribuiscono a creare un divario tra domanda e offerta di lavoro.
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Il ruolo delle politiche attive del lavoro
Per affrontare questa emergenza, è fondamentale rafforzare le politiche attive del lavoro. Confcommercio sottolinea l’importanza di interventi strutturali e trasversali che mirino non solo all’accrescimento delle competenze tecniche, ma anche a quelle trasversali. Le aziende devono essere supportate nella formazione dei propri dipendenti affinché possano disporre di una forza lavoro qualificata in grado di rispondere alle sfide del mercato.
Un aspetto cruciale in questo contesto è il rafforzamento del legame tra formazione e tessuto produttivo. È necessario che le istituzioni scolastiche e formative collaborino con le aziende per identificare i fabbisogni specifici del mercato del lavoro. Orientare i giovani verso professioni in linea con queste esigenze è fondamentale per garantire un futuro occupazionale sostenibile.
In questo scenario complesso e in continua evoluzione, è imprescindibile un approccio integrato che coinvolga tutti gli attori del sistema, dalle istituzioni alle aziende, per affrontare la carenza di lavoratori e garantire un futuro occupazionale solido e sostenibile per l’Italia.