Scatta l’allerta per la carenza idrica, un bene spesso sottovalutato

Il settore idrico in Europa si trova al centro di un dibattito cruciale riguardante la sostenibilità e la gestione delle risorse. Secondo un’analisi dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea), l’agricoltura rappresenta la principale fonte di pressione sulle risorse idriche, con un finanziamento per le tecnologie climatiche che ammonta a 48 miliardi di euro, di cui solo 1 miliardo destinato alle tecnologie idriche. Questi dati, resi noti il 22 marzo 2025, in occasione della Giornata Internazionale dell’Acqua, evidenziano una situazione preoccupante per l’accesso all’acqua potabile in Europa.

Il valore del settore idrico

Il valore del settore idrico si attesta intorno ai 290 miliardi di euro, con oltre 1,6 milioni di occupati, contribuendo così a quasi il 70% del PIL dell’Unione Europea. Tuttavia, nonostante questo contributo significativo, il problema dell’accesso all’acqua potabile rimane irrisolto per oltre 16 milioni di persone nel continente. La mancanza di investimenti adeguati nel settore idrico rappresenta un ulteriore ostacolo. Solo una piccola percentuale dei fondi destinati alle tecnologie climatiche viene investita in soluzioni per il settore idrico, lasciando una lacuna preoccupante. L’analisi di Dealroom sottolinea la necessità di un cambiamento radicale nella gestione e nell’allocazione delle risorse, per garantire che le tecnologie idriche ricevano l’attenzione e il finanziamento necessari per affrontare le sfide attuali.

Le pressioni sul settore idrico europeo

L’analisi dell’Aea mette in luce una serie di fattori che stanno esercitando pressioni senza precedenti sui corpi idrici europei. L’inquinamento, il degrado degli habitat, gli effetti dei cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento delle risorse di acqua dolce sono solo alcune delle problematiche che affliggono laghi, fiumi, acque costiere e sotterranee. Una gestione più efficiente delle risorse idriche è fondamentale per garantire che cittadini, ambiente e industria possano usufruire di acqua di qualità. Il report dell’Aea, intitolato “Europe’s state of water 2024: the need for improved water resilience”, evidenzia come l’agricoltura sia il principale responsabile dell’elevato consumo di risorse idriche e dell’inquinamento dovuto all’uso intensivo di nutrienti e pesticidi. Nonostante alcuni progressi, le acque e gli ecosistemi europei continuano a soffrire a causa di sostanze chimiche, in particolare per l’inquinamento atmosferico legato alla produzione di energia da carbone.

Lo stato dei corpi idrici in Europa

La relazione dell’Aea analizza oltre 120.000 corpi idrici superficiali e 3,8 milioni di chilometri di acque sotterranee nell’Unione Europea e in Norvegia. I dati provengono da 19 Stati membri, coprendo l’85% dei corpi idrici superficiali e l’87% delle acque sotterranee dell’UE. Solo il 37% dei corpi idrici superficiali ha raggiunto uno stato ecologico considerato “buono” o “elevato”, mentre le acque sotterranee mostrano risultati migliori, con il 77% in “buono stato chimico”. Tuttavia, persistono problematiche legate all’inquinamento da pesticidi e nutrienti, sottolineando la necessità di interventi mirati per migliorare la qualità delle risorse idriche e la salute degli ecosistemi acquatici in Europa.

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Luca Gelsomino