ROMA – Diciannove iniziative italiane, finanziate con cospicui fondi del Pnrr europeo, si trovano attualmente in difficoltà. Il governo ha confermato che questi progetti non verranno completati entro le scadenze stabilite e sono in corso trattative con l’Unione Europea per affrontare la situazione.
Un’importante somma di 1,2 miliardi di euro era destinata a interventi per la gestione del rischio di alluvioni e alla mitigazione del pericolo idrogeologico nelle regioni dell’Emilia-Romagna, Marche e Toscana. Tuttavia, la maggior parte degli interventi previsti, ben 1.014, è ancora in fase di “progettazione di fattibilità”. Pertanto, non sarà possibile assegnare tutti gli appalti pubblici entro giugno 2025 e nemmeno completare i lavori entro giugno 2026.
Il governo guidato da Giorgia Meloni è consapevole dell’impossibilità di realizzare i 60.000 posti letto promessi per gli studenti universitari fuorisede entro il termine di giugno 2026. Il numero massimo realizzabile è stimato attorno ai 30.000 posti. Questo risultato, già ridotto, sarà ottenuto solo se la Commissione Europea acconsentirà a considerare nel conteggio anche gli alloggi creati in precedenza dall’Italia tramite la legge 338 del 2000.
Il Paese non intende restituire all’Europa i fondi destinati agli studentati che non verranno spesi in tempo e spera in un “cambio di destinazione” per utilizzare quelle risorse a sostegno di dottorati e borse di studio.
Il traguardo fissato era di 150.480 posti aggiuntivi negli asili nido, ma l’Italia ha raggiunto solo 120.000 posti. Mancano quindi circa 30.500 posti per soddisfare l’obiettivo. Anche in questo caso, il governo spera nella comprensione della Commissione Ue, che potrebbe considerare come nuovi i posti risultanti dalla demolizione e ricostruzione di asili (15.000). Si prevede anche un terzo bando che, se tutto andrà secondo i piani, potrebbe garantire ulteriori 30.000 posti.
L’intento era quello di fornire connessioni Internet con velocità di 1 Giga a 3,4 milioni di indirizzi civici situati in aree isolate e “a fallimento di mercato”, dove le compagnie di telecomunicazioni non sono incentivate a investire. Di questi, 450.000 sono classificati come “case sparse”. Tuttavia, al 31 gennaio 2025, solo il 43,2% degli indirizzi è stato raggiunto. Si sta valutando una possibile riduzione del finanziamento di 342.682.723 euro, con la rinuncia a collegare 620.000 indirizzi. Le abitazioni che non verranno servite dovevano essere allacciate da OpenFiber.
Le frane e le fuoriuscite di gas inattese stanno ostacolando la costruzione del binario veloce nel lotto Apice-Irpinia. Di conseguenza, non sarà possibile completare i 49 chilometri di linea, parte della Napoli-Bari, entro il 2026. La siccità e la carenza di operai specializzati hanno rallentato due lotti (Dittaino-Enna e Catenanuova-Dittaino) lungo la futura linea veloce Palermo-Catania. Inoltre, si registrano difficoltà tecniche anche per il progetto Battipaglia-Romagnano, dove 18 chilometri saranno in galleria, e per il Terzo Valico dei Giovi a Genova, dove lo scavo dei tunnel ha rivelato la presenza di amianto.