Mercati emergenti e incremento delle importazioni dagli Usa: il progetto di Tajani contro i dazi di Trump

ROMA – Il 21 marzo 2025, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha presentato a Villa Madama il “Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-Ue ad alto potenziale”. L’obiettivo è di aumentare l’export delle imprese italiane verso i Paesi emergenti di oltre il 10% e di ridurre il surplus commerciale con gli Stati Uniti, in un contesto di tensione commerciale che ha visto la minaccia di dazi di Donald Trump. Questo incontro, atteso da tempo, è stato definito da Tajani come il momento in cui sarebbero state annunciate le contromisure italiane alla guerra commerciale della Casa Bianca.

Le incertezze sui dazi Usa-ue

Negli ultimi mesi, la situazione dei dazi imposti dalla Casa Bianca ha subito frequenti cambiamenti. Il presidente statunitense ha oscillato tra minacce e sospensioni, creando un clima di incertezza. Attualmente, i dazi contro Messico e Canada sono previsti per entrare in vigore il 2 aprile 2025, salvo ulteriori rinvii. Questa tempistica è cruciale anche per le merci provenienti dall’Unione Europea, inclusa l’Italia, poiché la Commissione Europea ha annunciato contromisure per 26 miliardi di prodotti americani, rinviando però l’implementazione di due settimane.

Le posizioni dell’unione europea

Il presidente di turno del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha espresso una posizione cauta nei confronti degli Stati Uniti. Durante una dichiarazione a Bruxelles ha affermato che “le tattiche tariffarie dell’amministrazione Usa sono molto flessibili”, suggerendo che potrebbe non essere opportuno reagire immediatamente a ogni annuncio o decisione. Tusk ha invitato a considerare la possibilità di trovare metodi alternativi per convincere i partner americani a evitare tali azioni.

Strategia italiana: aumentare l’import

Da Roma, Tajani ha accolto con favore il rinvio concordato con il commissario Sefcovic, sottolineando l’intenzione di non scatenare una guerra commerciale con gli Stati Uniti. Durante un incontro con il segretario di Stato americano Mark Rubio, Tajani ha discusso della necessità di evitare una reazione europea con controdazi. Il ministro ha proposto di favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane, suggerendo un aumento delle importazioni dagli Stati Uniti, in particolare nel settore della difesa, per rafforzare il pilastro europeo della NATO.

Le critiche del partito democratico

La proposta di aumentare le importazioni dagli Stati Uniti ha suscitato forti critiche da parte del Partito Democratico. Il responsabile Economia del partito, Antonio Misiani, ha denunciato una posizione di subalternità, paragonando l’atteggiamento del governo alla sindrome di Stoccolma. Misiani ha messo in evidenza che non è possibile rimanere passivi di fronte a tentativi di aggressione commerciale, invitando a una reazione più decisa.

Espansione dell’export verso nuovi mercati

Tajani ha ribadito la necessità di aumentare l’export italiano, puntando a un valore complessivo di 700 miliardi di euro entro il 2025, rispetto ai 626 miliardi attuali. Questo obiettivo implica non coinvolgere gli Stati Uniti, secondo paese di esportazione per l’Italia, per evitare di ampliare ulteriormente il divario commerciale. Il ministro ha identificato Paesi ad alto potenziale come Turchia, India, Arabia Saudita, Messico, Brasile, Vietnam e Algeria, oltre a regioni come i Balcani occidentali, l’Asia Centrale e l’Africa. Il piano include missioni economiche e forum aziendali mirati a esplorare opportunità concrete.

Riforma del ministero degli esteri

Infine, Tajani ha annunciato che nei prossimi giorni verrà presentata una riforma del ministero degli Esteri, che diventerà “bicapite”, con una direzione politica e una direzione economica, focalizzandosi sulla crescita e sul potenziamento delle esportazioni.

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Cristel Lumbroso