La Svizzera punta a prevenire crac bancari richiedendo più capitale, Ubs in allerta per un possibile trasloco

Il Parlamento Federale della Svizzera, nel marzo del 2025, ha preso una posizione chiara riguardo alla necessità di rafforzare la solidità delle quattro principali banche sistemiche del paese. Questo provvedimento potrebbe comportare un costo significativo, stimato attorno ai 10 miliardi di franchi svizzeri, un onere che ricadrebbe in gran parte sul colosso bancario UBS. La questione è diventata particolarmente rilevante dopo il recente salvataggio del Credit Suisse, evento che ha sollevato interrogativi sulla stabilità del sistema bancario nazionale e ha portato a un confronto acceso tra il CEO di UBS, Sergio Ermotti, e le autorità politiche.

La richiesta del Parlamento

Il Parlamento Federale, in un contesto di crescente preoccupazione per la salute del settore bancario, ha avviato un dibattito su come garantire una maggiore solidità finanziaria delle banche sistemiche. Le quattro istituzioni coinvolte, tra cui UBS, sono state invitate a presentare piani dettagliati per il rafforzamento del capitale. Questo intervento legislativo è visto come una risposta necessaria alle vulnerabilità emerse durante la crisi del Credit Suisse, che ha messo in evidenza i rischi connessi alla concentrazione di potere economico nelle mani di poche grandi banche.

Le autorità svizzere hanno sottolineato l’importanza di un sistema bancario robusto, capace di resistere a eventuali shock economici futuri. La richiesta di un incremento di capitale da parte delle banche è accompagnata da un monitoraggio più attento delle loro pratiche di gestione del rischio. In questo contesto, il costo stimato di 10 miliardi di franchi rappresenta una sfida significativa per UBS, che dovrà trovare soluzioni per garantire la propria stabilità finanziaria senza compromettere la propria competitività.

Il confronto tra Ermotti e la politica

Sergio Ermotti, alla guida di UBS, si trova ora a dover navigare in un terreno minato, dove le pressioni politiche si intrecciano con le esigenze aziendali. Il suo approccio alla gestione della banca è stato messo sotto esame, non solo per le scelte strategiche, ma anche per il tema del suo stipendio, fissato a 15 milioni di franchi. Questa cifra ha sollevato polemiche, con critiche che evidenziano come la retribuzione di vertice possa apparire eccessiva in un momento in cui si richiede un sacrificio alle banche per garantire la stabilità del sistema finanziario.

Ermotti ha dovuto affrontare le preoccupazioni espresse dai politici riguardo alla trasparenza e alla responsabilità delle banche. In un clima di crescente sfiducia verso le istituzioni finanziarie, il CEO è chiamato a dimostrare che UBS può non solo rispettare le normative, ma anche adottare pratiche etiche nei confronti degli azionisti e del pubblico. Questo scontro tra le aspettative politiche e le esigenze di mercato rappresenta una sfida cruciale per il futuro della banca.

Le implicazioni per il sistema bancario svizzero

Le decisioni del Parlamento e le reazioni di UBS potrebbero avere ripercussioni significative sul sistema bancario svizzero nel suo complesso. Un rafforzamento del capitale non solo mira a garantire la stabilità delle banche, ma potrebbe anche influenzare la fiducia degli investitori e dei consumatori. La necessità di un intervento legislativo per rafforzare la solidità finanziaria delle banche potrebbe portare a un ripensamento delle strategie di investimento e delle politiche di prestito.

Inoltre, la questione del compenso di Ermotti e la sua gestione della crisi potrebbero avere effetti duraturi sulla reputazione di UBS. La capacità della banca di dimostrare responsabilità e trasparenza sarà fondamentale per mantenere la fiducia del pubblico e degli investitori. La situazione attuale rappresenta un banco di prova per il settore bancario svizzero, che dovrà affrontare le sfide poste da un ambiente economico in continua evoluzione e da una crescente attenzione alle pratiche di governance aziendale.

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Luca Gelsomino