
La felicità si rivela essere un concetto collettivo più che individuale, influenzato da fattori come la condivisione e la generosità. Il World Happiness Report 2025, redatto da Helliwell, Layard, Sachs e altri esperti, mette in luce come la solidarietà e i gesti altruistici possano migliorare il benessere sia personale che sociale.
Gentilezza, oltre il prodotto interno lordo
Le ricerche condotte nel campo della felicità dimostrano che i paesi più felici non sono necessariamente quelli con il Pil più alto, ma quelli in cui la gentilezza è una pratica quotidiana. Piccole azioni, come il volontariato e le donazioni, hanno un impatto significativo sul benessere sociale. Sorprendentemente, la restituzione di oggetti smarriti, come portafogli, avviene con una frequenza maggiore di quanto molte persone credano, fungendo da indicatore della fiducia e della bontà all’interno di una comunità. Questo comportamento implica un forte senso di altruismo, onestà e fiducia reciproca, elementi essenziali per il benessere psicologico e sociale. Nelle nazioni nordiche, ad esempio, il tasso di restituzione dei portafogli è notevolmente superiore alle aspettative comuni, evidenziando una “sorpresa positiva” che contribuisce al benessere collettivo.
La tavola, fulcro della felicità
La condivisione dei pasti gioca un ruolo cruciale nel favorire la felicità. La ricerca indica una chiara correlazione tra il numero di pasti consumati in compagnia e i livelli di soddisfazione personale. Negli Stati Uniti, circa il 25% delle persone mangia da solo, registrando così una diminuzione della felicità. Al contrario, paesi come il Senegal, il Gambia e l’Islanda si distinguono per l’elevata frequenza di pasti condivisi, con circa 11 pasti a settimana, contribuendo a un alto livello di benessere emotivo.
I nordici dominano la classifica della felicità
Non sorprende che i paesi nordici occupino le prime posizioni nella classifica della felicità, con la Finlandia al primo posto, seguita da Danimarca, Islanda e Svezia. La loro ricetta per il successo include fiducia, libertà personale, bassi livelli di corruzione e generosità. In Finlandia, restituire un portafoglio smarrito è una pratica comune, sostenuta da un sistema sociale equo e da un forte senso di comunità. Tuttavia, i dati sui paesi occidentali mostrano segnali di declino, con gli Stati Uniti al 24° posto, colpiti da un crescente senso di solitudine e disuguaglianza nella distribuzione della felicità. La Francia e la Spagna affrontano sfide legate a un aumento della precarietà economica e sociale, che influisce negativamente sulla percezione di libertà e sicurezza.
La situazione è diversa per Cina e Russia. La Cina, al 68° posto, deve affrontare un alto livello di stress lavorativo e pressioni sociali che compromettono la felicità, nonostante la crescita economica. La Russia, al 66°, è segnata dalla sfiducia nelle istituzioni e dalla corruzione, fattori che incidono pesantemente sul benessere emotivo della popolazione.
Italia: tra socialità e sfiducia istituzionale
L’Italia si colloca al 40° posto nella classifica, un risultato che mette in evidenza le sue contraddizioni. Gli italiani mostrano un elevato livello di socialità, con una media di circa 7 pasti condivisi a settimana, sottolineando l’importanza delle relazioni familiari e amicali. Tuttavia, la sfiducia nelle istituzioni incide negativamente sul benessere, con circa il 60% della popolazione che percepisce alti livelli di corruzione. La fiducia nella restituzione di oggetti smarriti è tra le più basse d’Europa. Inoltre, la libertà di prendere decisioni importanti per la propria vita risulta inferiore alla media europea, contribuendo a una percezione generale di qualità della vita insoddisfacente. L’Italia sembra divisa tra un forte senso di comunità nelle relazioni personali e una profonda disillusione nei confronti delle istituzioni pubbliche.
Investire nella felicità come strategia economica
Investire nella felicità non è solo un imperativo morale, ma rappresenta anche una strategia economica vincente. Una popolazione felice è più produttiva e innovativa, generando valore aggiunto e stimolando la competitività delle imprese. I costi sanitari diminuiscono notevolmente quando il benessere psicologico e fisico è elevato, riducendo assenze per malattia e spese per l’assistenza sanitaria pubblica. Allo stesso modo, la criminalità diminuisce, abbattendo i costi legati alla sicurezza e alla giustizia. Una società più felice attira talenti e investimenti internazionali, grazie a una maggiore stabilità politica e sociale, creando un circolo virtuoso di sviluppo sostenibile e prosperità economica.
La cura degli altri come beneficio collettivo
Un aspetto rilevante emerso dal report è che i comportamenti prosociali non solo alleviano la tristezza individuale, ma contribuiscono anche a ridurre quella collettiva, affrontando fenomeni estremi come le morti per disperazione. Le azioni orientate al bene degli altri, come donazioni e volontariato, creano reti sociali più forti e aumentano il senso di comunità, riducendo la solitudine. Chi offre aiuto e chi lo riceve vive meglio, specialmente quando l’intento è genuino e l’impatto del gesto è evidente. Le società con alti livelli di comportamenti prosociali tendono a presentare una distribuzione più equa della felicità, poiché l’aiuto reciproco contribuisce a ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche, generando un ciclo virtuoso di fiducia e soddisfazione.