Il Rinascimento e la natura: un percorso da esplorare a Vienna

Il Kunsthistorisches Museum di Vienna, in Austria, ha inaugurato il 15 marzo 2025 una mostra affascinante che esplora il legame tra l’arte e la natura durante il Rinascimento. Questa esposizione si propone di rispondere a interrogativi fondamentali sulla rappresentazione dell’ambiente e dei cicli naturali da parte degli artisti dell’epoca. Attraverso una selezione di opere di maestri come Giuseppe Arcimboldo, Pieter Bruegel il Vecchio, Jacopo e Leandro Bassano, insieme a capolavori di Leonardo da Vinci, Albrecht Dürer, Giorgione, Bramante, Paolo Veronese e Hieronymus Bosch, il pubblico avrà l’opportunità di immergersi in un periodo di grande trasformazione culturale e scientifica.

La curatrice Francesca Del Torre Scheuch ha scelto 140 opere provenienti da importanti musei di tutto il mondo, tra cui gli Uffizi di Firenze, la Royal Collection britannica, il Rijksmuseum di Amsterdam e il Metropolitan Museum of Art di New York. La mostra non si limita a presentare dipinti e sculture, ma include anche disegni, arazzi, strumenti scientifici, mappe e globi, creando un affascinante racconto che intreccia arte, scienza e vita quotidiana. I visitatori saranno guidati attraverso un viaggio che copre un secolo e mezzo, evidenziando l’emergere di una nuova consapevolezza artistica verso l’ambiente e la nascita del genere della natura morta.

Leopardo dell’osservazione scientifica

Leonardo da Vinci e Albrecht Dürer sono considerati pionieri nell’osservazione della natura, avvicinandosi ad essa con uno sguardo scientifico che riflette la meraviglia di artisti impegnati nella rappresentazione del mondo. Tra le opere in mostra, i disegni di piante, fiori e uccelli di Dürer offrono una rappresentazione della natura con una precisione mai vista prima. Il dipinto Tre filosofi di Giorgione, pur mantenendo un alone di mistero, illustra i progressi scientifici della seconda metà del Cinquecento, raffigurando tre sapienti in un paesaggio naturale accuratamente ricreato, intenti a maneggiare strumenti astronomici e matematici.

Il paesaggio secondo Pieter Bruegel il Vecchio

Pieter Bruegel il Vecchio gioca un ruolo cruciale nell’affermazione del genere del paesaggio, rendendo protagoniste le trasformazioni della natura e le attività umane nel corso delle stagioni. Il ciclo delle Stagioni, concepito per la sala da pranzo di Nicolaes Jongelink, mercante di Anversa, rappresenta un esempio emblematico di questa evoluzione. Tra i sei dipinti originali, il Kunsthistorisches Museum espone Cacciatori della neve (Inverno), Il giorno cupo (Inizio primavera) e Il ritorno della mandria (Autunno), opere che catturano la luce e l’atmosfera con maestria.

Arcimboldo e le allegorie stagionali

Giuseppe Arcimboldo, originario di Milano, offre una visione unica delle stagioni attraverso i suoi ritratti allegorici. L’artista lavorò per tre imperatori asburgici e mostrò un forte interesse per la natura, integrando frutti, fiori e animali nei suoi lavori. Le sue “teste composte” celebrano il potere degli Asburgo, simboleggiando l’armonia e la continuità del ciclo naturale. L’opera Le quattro stagioni in una testa chiude simbolicamente la mostra, rappresentando un eloquente simbolo del trascorrere del tempo.

Il contributo dei Bassano

La mostra dedica una sezione significativa ai lavori dei veneti Dal Ponte, noti come Bassano. Con circa ottanta opere in collezione, il Kunsthistorisches Museum mette in luce l’importanza di Jacopo Bassano, che rappresenta le stagioni mescolando episodi biblici a scene quotidiane. Particolare attenzione è riservata al figlio Leandro, la cui serie Dodici mesi illustra l’evoluzione del soggetto delle stagioni. Leandro introduce anche elementi innovativi, come il Carnevale a febbraio e il mercato quaresimale a marzo, offrendo uno spaccato della vita quotidiana nella Repubblica di Venezia del Cinquecento.

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Cristel Lumbroso