
MILANO – I galleristi hanno manifestato il loro disappunto nei confronti del governo italiano per la mancata inclusione, nel recente decreto Cultura, dell’atteso abbassamento dell’Iva sulle transazioni di opere d’arte. Questo provvedimento è stato già adottato da paesi come la Francia e la Germania. Un’indagine condotta da Nomisma riaccende il dibattito, analizzando gli effetti che una diversa fiscalità potrebbe avere sul settore artistico rispetto ai vicini europei.
La situazione fiscale in Francia e Germania
La Francia, infatti, applica un’aliquota del 5,5% non solo sulle importazioni, ma anche sulle vendite di opere d’arte da parte degli artisti, estendendo questa misura a tutte le transazioni a partire dal 2025. Anche la Germania ha intrapreso un percorso simile, riducendo l’aliquota dal 19% al 7%. In Italia, invece, la cessione di beni artistici è soggetta a un’aliquota del 22%, la più alta in Europa, mentre scende al 10% se l’operazione è effettuata direttamente dall’artista o dai suoi eredi. Anche le importazioni da paesi extracomunitari sono soggette a un’Iva al 10%.
Questioni legate all’Iva nel settore dell’arte
In un podcast dedicato al mercato dell’arte, previsto per il 19 marzo, si approfondiranno le questioni legate all’Iva nel settore. Gli operatori coinvolti nello studio hanno evidenziato come il regime fiscale severo rappresenti un ostacolo significativo alla crescita del business, seguito da vincoli alla libera circolazione delle opere d’arte. Questi fattori portano a una diminuzione degli investimenti e a una perdita di attrattività commerciale per l’Italia rispetto ad altri paesi.
Impatto della fiscalità sul mercato italiano
Nomisma ha fornito un esempio pratico: un operatore italiano, per mantenere margini di profitto simili a quelli di un operatore francese, deve applicare un prezzo superiore del 18%. Questo costringe gli operatori italiani a comprimere i propri margini di guadagno per rimanere competitivi nel mercato, specialmente di fronte ai collezionisti.
Simulazioni economiche e conseguenze per il settore
Le simulazioni economiche, condotte su oltre 3.250 operatori tra gallerie e antiquari, indicano che, senza interventi normativi, il settore potrebbe subire una perdita di fatturato fino al 28% entro il 2025. Le piccole e medie imprese potrebbero essere le più colpite, con conseguenze negative sull’occupazione e sul gettito fiscale per lo Stato.
Proposta di modifica dell’Iva e impatti economici
La proposta avanzata è quella di adottare un’Iva alla francese, fissata al 5%: questo potrebbe generare un fatturato di 1,5 miliardi di euro entro il 2027, con un impatto economico sull’Italia di 4,2 miliardi di euro, a fronte di un costo per il governo di 10 milioni di euro. Questo studio è stato presentato a Palazzo Wedekind, alla presenza del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e dei presidenti delle Commissioni Cultura di Senato e Camera, Roberto Marti e Federico Mollicone. Tra gli intervenuti anche Stefano Lucchini, Roberta Gabrielli e Alessandra Di Castro.
Prospettive future per l’industria dell’arte italiana
L’adozione di una misura simile è vista come l’unica soluzione per dissipare l’incertezza che grava sull’industria dell’arte italiana, che ha generato nel 2023 un giro d’affari diretto di 1,36 miliardi di euro e un impatto economico complessivo di 3,86 miliardi di euro. Tuttavia, il settore sta affrontando una preoccupante contrazione, con un numero decrescente di gallerie e antiquari attivi, che hanno visto diminuire il proprio fatturato reale a causa dell’aumento dei costi operativi.
Impegni del governo per il settore dell’arte
Il ministro Alessandro Giuli ha rassicurato il settore, affermando che l’aliquota Iva sarà ridotta. Ha sottolineato che il Ministero dell’Economia è favorevole a questa iniziativa e che le coperture necessarie verranno trovate. Ha ricordato che la lotta per una riduzione del regime fiscale è una battaglia storica del governo, evidenziando l’eccellenza dell’Italia non solo per il suo patrimonio culturale, ma anche per la sua dinamicità. Ha avvertito che il paese si trova a un bivio cruciale, affermando che ci si avvicina a un risultato atteso da tempo da tutto il settore dell’arte.