
Mantova – Ogni anno, migliaia di visitatori si recano presso la Camera degli Sposi, capolavoro di Andrea Mantegna, situato nel Palazzo Ducale di Mantova. Questa straordinaria opera, realizzata nel Quattrocento, rappresenta una celebrazione della famiglia Gonzaga e si distingue per la sua innovativa prospettiva e il suo illusionismo visivo. Tra le opere più iconiche del Rinascimento, la Camera Picta è famosa per il suo oculo che si apre sul cielo, offrendo una vista mozzafiato dall’alto.
Dal 12 aprile al 15 giugno 2025, il Palazzo Ducale avrà il piacere di ospitare un’importante mostra che presenterà un altro lavoro significativo di Mantegna: il San Sebastiano. Questo dipinto, di straordinaria intensità, ha affascinato figure del calibro di Gabriele D’Annunzio, Thomas Stearns Eliot e José Saramago. Realizzato nell’ultimo periodo della vita dell’artista, il San Sebastiano si presenta come un testamento spirituale. Dopo la morte di Mantegna nel 1506, l’opera passò ai suoi eredi e successivamente al noto poeta e umanista Pietro Bembo, prima di arrivare alla collezione del barone Giorgio Franchetti, il quale lo collocò nel suo palazzo veneziano sul Canal Grande, oggi conosciuto come Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro.
In vista dei lavori di restauro previsti per il museo lagunare, il San Sebastiano tornerà a Mantova, la città natale dell’artista, per un dialogo visivo con la Camera Picta, situata nella stanza adiacente, nota come Camera dei Soli.
Un confronto tra due opere
Gli organizzatori della mostra Mantegna vs Mantegna. Tra luce e ombra: la Camera Picta e il San Sebastiano di Ca’ d’Oro si interrogano: “Potrebbero due opere dello stesso artista essere così distanti?”. La Camera degli Sposi, con i suoi affreschi luminosi e sereni, contrasta fortemente con il San Sebastiano, che si presenta in una luce oscura e malinconica. In questo dipinto, il santo emerge da una nicchia come una statua policroma, con un’espressione di dolore e sofferenza. Le funi che lo legano lacerano la sua carne, mentre una pioggia di frecce lo trafigge. L’opera rivela una profonda partecipazione emotiva dell’artista, che, in età avanzata e di fronte alla morte, sembra riflettere su esperienze personali che lo hanno segnato.
Un’opportunità di valorizzazione
Claudia Cremonini, direttrice della Galleria Giorgio Franchetti, ha sottolineato l’importanza di questa trasferta per garantire la massima visibilità al dipinto durante i lavori di restauro in corso. “Questa eccezionale occasione permetterà di effettuare un’accurata revisione conservativa della tela prima della sua ricollocazione definitiva nella ‘Cappella del Mantegna’, prevista per la fine dell’estate”, ha dichiarato. Durante la mostra al Palazzo Ducale, il San Sebastiano sarà esposto insieme a una nuova illuminazione della Camera degli Sposi, che renderà i suoi tesori ancora più splendenti, grazie a un impianto studiato per esaltare la bellezza di questa straordinaria opera.