Gli antichi Egizi e la loro espansione verso Ragusa: un viaggio nel tempo

Ragusa si prepara ad accogliere un evento di grande rilevanza culturale, un percorso espositivo che unisce il Barocco siciliano all’antica civiltà egizia. Presso il Museo della CattedralePalazzo Garofalo, dal 13 aprile al 26 ottobre 2025, avrà luogo la mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo”, un’iniziativa che porta per la prima volta in Sicilia reperti del Museo Egizio di Torino. Questo evento si inserisce nelle celebrazioni per il bicentenario della fondazione del museo torinese, avvenuta nel 2024.

L’esposizione culturale

L’esposizione promette di trasportare i visitatori attraverso oltre tremila anni di storia, esplorando la vita, l’arte e la religione dell’antico Egitto. Saranno presentate 24 opere provenienti da Torino, arricchite dalla collaborazione con i musei siciliani, tra cui il Museo del Papiro “Corrado Basile” di Siracusa, il Museo Archeologico Nazionale Antonio Salinas di Palermo e il Museo Archeologico Ibleo di Ragusa. La mostra è frutto di un progetto congiunto tra il Comune di Ragusa e Arthemisia, con il supporto della Fondazione Federico II e la curatela di Paolo Marini.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo guiderà i visitatori dall’Epoca Predinastica (3900−3300 a.C.) fino all’Età greco-romana (332 a.C.−395 d.C.), presentando una varietà di reperti, tra cui stele, vasi, papiri e amuleti. Tra le opere in mostra si trova una maschera funeraria in cartonnage, che rappresenta un simbolo significativo della cultura egizia.

Il valore della mostra

Paolo Marini, curatore della mostra, sottolinea l’importanza di portare in Sicilia una narrazione millenaria attraverso reperti originali, che raccontano storie di dinastie e culture. I visitatori potranno ammirare un antichissimo vaso, le cui decorazioni illustrano le attività lungo il Nilo, fino ad arrivare a una maschera funeraria che rappresenta la persistenza delle tradizioni egizie anche dopo la conquista romana. L’esposizione sarà arricchita da installazioni digitali che trasformeranno semplici copie in artefatti interattivi, coinvolgendo il pubblico e rendendo ogni pezzo parte di una storia più ampia.

Un esempio significativo

Un esempio significativo è il modellino di imbarcazione del Primo Periodo Intermedio (2118 – 1980 a.C.), realizzato in legno e decorato con simboli protettivi. Accanto a questo, il set di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, risalente al Terzo Periodo Intermedio (1076 – 722 a.C.), rappresenta un aspetto fondamentale delle pratiche funerarie egizie, con coperchi zoomorfi che raffigurano i Figli di Horus.

Il progetto culturale

Iole Siena, presidente di Arthemisia, evidenzia come questa mostra rappresenti un passo importante nella valorizzazione dei territori meno conosciuti, portando l’arte e la cultura a un pubblico più vasto. Il progetto non solo mira a far conoscere l’eccellenza culturale italiana, ma anche a stimolare lo sviluppo turistico ed economico della regione. Ragusa, in questo contesto, emerge come un punto centrale, e l’organizzazione di questa mostra rappresenta una prima storica per la città, rafforzando il legame tra arte e comunità.

Riflessioni sull’egittologia

Un focus particolare della mostra sarà dedicato a Johann Joachim Winckelmann, considerato il fondatore del Neoclassicismo e uno dei primi a trattare l’arte egizia in modo scientifico, e a Jean-François Champollion, il decifratore dei geroglifici. Queste figure saranno al centro di una riflessione che riporterà il pubblico alle origini dell’Egittologia, sottolineando come la comprensione della lingua e della cultura egizia sia stata fondamentale per la storia dell’arte e della scienza.

La mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” si preannuncia quindi come un appuntamento imperdibile per gli appassionati di storia e cultura, offrendo un’opportunità unica di esplorare l’affascinante mondo dell’antico Egitto nel cuore della Sicilia.

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Luca Gelsomino