
La trattativa per la vendita dell’ex Ilva prosegue con il consorzio azero Baku Steel. I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e di Ilva in amministrazione straordinaria hanno inviato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy una richiesta di autorizzazione per avviare una negoziazione in via preferenziale con Baku Steel Company Cjsc e Azerbaijan Investment Company Ojsc. Questa decisione arriva dopo un lungo e complesso processo di analisi delle offerte ricevute.
Le proposte ammesse alla fase finale
La scelta dei commissari è stata il risultato di un’attenta valutazione delle offerte di rilancio. Alla fase finale della procedura sono state ammesse tre proposte: quella di Baku Steel, insieme a quelle degli americani di Bedrock Industries e degli indiani di Jindal Steel International. Quest’ultima azienda ha tentato più volte di migliorare la propria offerta, cercando di superare la proposta degli azeri. Nonostante le trattative, non si è concretizzata l’idea di una cordata tra i due gruppi per rilevare il complesso siderurgico, e alla fine i commissari hanno optato per quella che è stata considerata l’offerta più vantaggiosa sin dall’inizio.
Tempistiche prolungate per la selezione
Il processo di selezione ha richiesto tempi più lunghi del previsto. I commissari hanno esaminato vari fattori, tra cui la solidità finanziaria dei candidati, la sostenibilità industriale delle proposte e i benefici per l’occupazione e le comunità locali. Se il ministero accetterà la proposta, si avvierà un negoziato che, come sottolineano i commissari, avverrà con la necessaria riservatezza, tutelando gli interessi industriali, occupazionali e sociali coinvolti.
Il parere del Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Per avviare la trattativa, sarà necessario attendere il parere del comitato di sorveglianza e la delibera del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, come dichiarato dal ministro Adolfo Urso. Quest’ultimo ha affermato che si apre una nuova e importante fase per il negoziato con il soggetto che ha presentato l’offerta migliore. Baku Steel, sostenuta dallo Stato azero, gestisce un’acciaieria con una capacità produttiva di 800 mila tonnellate all’anno, una quantità notevolmente inferiore rispetto a quella attualmente prodotta dallo stabilimento di Taranto dell’ex Ilva, che opera a ritmo ridotto.
Dettagli sull’offerta economica
L’offerta economica presentata da Baku Steel ammonta a un miliardo di euro, di cui 500 milioni rappresentano il valore del magazzino, a cui si aggiungono gli investimenti previsti. Durante le trattative, Baku Steel sarà assistita dallo studio legale milanese Chiomenti e si concentrerà su interventi per la decarbonizzazione, il risanamento ambientale e la salvaguardia dei livelli occupazionali. È possibile che il governo, mantenendo la facoltà di esercitare il golden power, decida di entrare nella nuova società con una quota di minoranza in capo a Invitalia, e potrebbe esserci spazio per un socio privato italiano.
Le preoccupazioni dei sindacati
I sindacati stanno seguendo con attenzione la situazione e richiedono un incontro con il governo prima dell’inizio delle trattative. Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, sottolinea l’importanza di conoscere i dettagli dell’offerta per evitare che il nuovo piano possa compromettere la produzione e causare migliaia di esuberi. Anche Valerio D’Alò, segretario generale della Fim Cisl, esprime preoccupazione e ribadisce che la presenza dello Stato è fondamentale. I sindacati chiedono garanzie sulla piena occupazione, sulla decarbonizzazione e sull’integrità del gruppo, evidenziando la necessità di un coinvolgimento attivo dei lavoratori in questo processo di discussione.