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Da dove provengono i funghi e la frutta secca che si comprano al supermercato? - pafleg.it
Qual è la provenienza della fruta secca e dei funghi che acquistiamo al supermercato? C’è un elemento nuovo per capirlo.
Molti si chiedono quale sia l’origine della frutta secca e dei funghi che comunemente troviamo al supermercato. Prima dell’acquisto è bene informarsi per fare una spesa consapevole. C’è una novità che forse non molti conoscono:dal 1° gennaio 2025, il Regolamento delegato (UE) 2023/2429 introduce importanti novità nel panorama dell’etichettatura alimentare, estendendo l’obbligo di indicazione dell’origine a prodotti precedentemente esclusi.
Tra questi, si annoverano la frutta secca sgusciata o essiccata, come nocciole, mandorle, pistacchi e noci, insieme a frutti come agrumi essiccati, uve secche, banane e fichi secchi. Ma non finisce qui: anche i funghi raccolti, i capperi e lo zafferano dovranno ora riportare l’origine in etichetta.
L’importanza dell’origine dei funghi e della frutta secca
L’inclusione dei funghi non coltivati è particolarmente significativa. Secondo dati Istat, nel 2022 l’Italia ha importato ben 1.828 tonnellate di funghi essiccati, con la Cina che si conferma il principale fornitore, esportando 808 tonnellate. Altri paesi europei come Croazia, Romania e Bulgaria seguono a ruota, evidenziando quanto sia cruciale per i consumatori conoscere l’origine di questi prodotti. La trasparenza nell’etichettatura non solo garantisce la qualità, ma offre anche una protezione importante per i consumatori, consentendo scelte più consapevoli.
La normativa stabilisce che l’indicazione del Paese d’origine deve essere chiaramente visibile sull’imballaggio, risultando più evidente rispetto ad altre informazioni, come il luogo di confezionamento e la varietà del prodotto. Questa decisione si inserisce nella “Strategia dal produttore al consumatore”, un’iniziativa dell’Unione Europea finalizzata a garantire un sistema alimentare più sostenibile e trasparente, che metta al centro le esigenze e i diritti dei consumatori.
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È interessante notare come la frutta a guscio, nonostante sia una delle eccellenze agricole italiane, rimanga esclusa dall’obbligo di indicazione dell’origine quando utilizzata in preparazioni dolciarie, come ad esempio nella crema di nocciole. Tuttavia, molti produttori stanno iniziando a indicare l’origine anche per questi prodotti, specialmente in nicchie di mercato che puntano su qualità e tracciabilità. Questa scelta non solo valorizza il prodotto, ma permette anche di distinguersi in un mercato sempre più competitivo.
Dati sulla produzione e consumo
Nel 2023, l’Italia ha prodotto circa 270.000 tonnellate di nocciole, mandorle, noci, castagne e pistacchi. Nonostante l’aumento delle superfici dedicate a queste coltivazioni, eventi climatici estremi hanno portato a una diminuzione della resa, con una riduzione del 7% dell’offerta interna. Il consumo di frutta a guscio in Italia è in costante crescita, con una spesa delle famiglie italiane che ha raggiunto 1,1 miliardi di euro nel 2023, di cui 911 milioni per prodotti confezionati.
Questi dati sottolineano l’importanza di garantire ai consumatori informazioni chiare e precise sull’origine dei prodotti che acquistano. La trasparenza non è solo una questione di rispetto delle normative, ma rappresenta anche un’opportunità per promuovere i prodotti locali e sostenere l’economia nazionale.
Tuttavia, nonostante queste nuove regole, ci sono segnalazioni di prodotti ancora privi delle necessarie indicazioni di origine. Consumatori attenti hanno riscontrato che molti prodotti in commercio non rispettano la normativa, sollevando preoccupazioni riguardo alla qualità e alla tracciabilità degli alimenti. La questione si fa ancora più delicata considerando la presenza di muffe invisibili e di frutti avariati, che possono rappresentare un rischio per la salute.
In un contesto in cui i consumatori sono sempre più informati e attenti alla qualità degli alimenti, l’adeguamento delle etichette non rappresenta solo un obbligo normativo, ma è anche un’opportunità per le aziende di dimostrare il proprio impegno verso pratiche sostenibili e responsabili.