MILANO – La situazione commerciale in Italia continua a subire profondi cambiamenti. Secondo un’analisi condotta da Confcommercio in collaborazione con il centro studi Guglielmo Tagliacarne, dal 2012 al 2024 si è assistito a una significativa diminuzione dei negozi di prossimità, con un calo di quasi 118mila unità nel settore del commercio al dettaglio, pari a una riduzione del 21,4%. Parallelamente, il commercio ambulante ha visto scomparire circa 23mila attività, registrando una diminuzione del 24,4%. Al contrario, il settore dell’alloggio e della ristorazione ha mostrato una crescita, con un incremento di 18.500 nuove attività.
Nei centri storici delle città, la chiusura dei negozi è più accentuata rispetto alle aree periferiche. L’analisi ha coinvolto 122 comuni, nei quali sono stati persi quasi 31mila esercizi al dettaglio in sede fissa negli ultimi 12 anni. Questo fenomeno si accompagna a una riduzione degli sportelli bancari, che tra il 2015 e il 2023 sono passati da 8.026 a 5.173, con una diminuzione del 35,5%.
Nel contesto nazionale, il Nord ha registrato una perdita di negozi al dettaglio più marcata rispetto al Centro-Sud, dove la situazione appare relativamente più stabile. Tra i 122 comuni analizzati, i cinque con le maggiori perdite sono Ancona (-34,7%), Gorizia (-34,2%), Pesaro (-32,4%), Varese (-31,7%) e Alessandria (-31,1%). Al contrario, i comuni che hanno mostrato la migliore tenuta includono Crotone (-6,9%), Frascati (-8,3%), Olbia (-8,6%), Andria (-10,3%) e Palermo (-11,2%).
Un fenomeno che emerge con forza è quello degli affitti brevi, che hanno registrato un incremento notevole. Nei centri storici, le attività tradizionali come quelle di carburanti (-42,1%), libri e giocattoli (-36,5%), mobili e ferramenta (-34,8%) e abbigliamento (-26%) sono in calo, mentre i servizi come le farmacie (+12,3%) e la telefonia (+10,5%) sono in crescita. In particolare, il settore degli affitti brevi ha visto un aumento straordinario del 170%, in netto contrasto con la diminuzione degli alberghi tradizionali, che hanno subito un calo del 9,7%.
Per affrontare la crescente desertificazione commerciale, Confcommercio ha avviato il progetto Cities, mirato a promuovere politiche pubbliche efficaci. Fino ad oggi, sono state presentate 38 proposte a livello locale, incentrate su diversi aspetti. Tra questi, la rigenerazione degli spazi pubblici e dei quartieri attraverso una collaborazione attiva tra istituzioni e associazioni, per coinvolgere le economie locali nella rinascita di aree degradate. Si punta anche su una mobilità e logistica sostenibili, integrando trasporti, urbanistica ed economia locale.
In aggiunta, sono previsti patti locali per la riapertura dei negozi sfitti, incentivando accordi tra comuni, associazioni e proprietari per stabilire canoni di locazione più accessibili. Un modello di sviluppo urbano partecipativo è al centro delle proposte, con l’obiettivo di gestire la città come un patrimonio collettivo. Infine, si mira a rendere le politiche per il commercio locale più efficaci attraverso l’uso di tecnologie digitali, facilitando uno scambio di dati con istituzioni e università per ottimizzare eventi e campagne di marketing.