La statua raffigura un compagno di Ulisse, probabilmente Baio, nella vicenda famosa dell’accecamento del ciclope Polifemo. L’uomo, infatti, è ritratto in nudità , eroica, con i muscoli del corpo tesi, nell’atto di avanzare insieme con Ulisse, mentre regge un otre colmo di vino, indispensabile ad ubriacare ulteriormente il mostro, prima che questi si renda conto della trappola fatale. Dall’otre, probabilmente, fuoriusciva davvero del vino, considerata la presenza di una canalizzazione in piombo, rifatta più volte, all’interno della statua. La figura del compagno di Ulisse, malgrado l’azione dei litòdomi marini, ancora conserva i tratti del volto con espressione terrorizzata per il pericolo rappresentato da Polifemo. La base della statua è scolpita a guisa di roccia.
La superficie del marmo delle statue di Ulisse e del compagno è di colore rossastro, a causa dell’ossidazione, per la lunga permanenza in mare, dei perni in ferro rinvenuti all’interno, e risalenti a un restauro antico. Entrambe si rifanno a modelli ellenistici di scuola pergamena della prima metà del II sec. a.C..